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10 incredibili luoghi abbandonati del Giappone

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Tempo di lettura: 10 minuti

Durante i mie viaggi attraverso il Giappone ho incontrato spesso edifici abbandonati come case, hotel, ristoranti e scuole. Dietro ad un edificio abbandonato c’è sempre un storia fatta di persone, vite e anche di sogni. Ma cosa ha portato al declino e poi all’abbandono? Il cambiamento.

L’economia del Giappone è cambiata. Dopo la devastazione della seconda guerra mondiale il Paese del Sol Levante ha dato il via a una straordinaria rinascita, che l’ha fatto diventare una delle potenze economiche mondiali. Il boom economico ha portato ricchezza e investimenti per lo sviluppo di tutto il territorio giapponese. Oggi sembrerebbe impossibile ma nei primi anni ‘60 il governo non concede facilmente il passaporto per viaggiare all’estero per cui il turismo interno ha un boom. Ma con lo scoppio della bolla speculativa negli anni ‘90, e poi con la globalizzazione e la crisi economica, tutto è cambiato. Molti degli investimenti fatti sul territorio per incentivare il turismo si sono così rivelati negli anni fallimentari, portando alla chiusura di molti hotel e luoghi di divertimento.

Inoltre durante il boom economico i paesi del Giappone rurale sono stati spesso abbandonati dai giovani, che hanno cercato nelle grandi metropoli più opportunità lasciando le case tradizionali ai loro nonni, che hanno avuto sempre meno voglia ed energia per salvarle da un lento degrado. Così lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione giapponese ha portato alla chiusura di scuole, cliniche e interi ospedali.

Inoltre in Giappone ci sono interi paesi nati attorno a miniere che, con l’esaurirsi delle materie estratte, non hanno saputo cambiare e col tempo sono stati abbandonati.

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Questi luoghi ormai sono Haikyo: “Rovine”. Negli ultimi anni con questo termine si indica anche chi pratica l’urbex, l’esplorazione urbana. Questi moderni esploratori, violando spesso i divieti d’accesso, hanno fatto riscoprire, attraverso le foto pubblicate sul web, un Giappone che non ti aspetti…

Questi sono i luoghi abbandonati del Giappone più famosi e incredibili:

Nara Dreamland: la Disneyland giapponese

Questo parco dei divertimenti nei dintorni di Nara è stato uno dei luoghi abbandonati più visitati e fotografati del Giappone, fino a quando nel 2016 è iniziata la demolizione.

Il Parco ha aperto nel 1961 ed è stato progettato per essere come Disneyland. Ci fu anche un contatto con Walt Disney per trovare un accordo per far diventare Nara Dreamland una Disneyland a tutti gli effetti. L’accordo non andò mai in porto e nel 1983 aprì Tokyo Disneyland, che diede il via al declino del parco dei divertimenti di Nara. Ogni anno i visitatori erano sempre meno e nel 2001 l’apertura ad Osaka dell’Universal Studios Japan diede il colpo di grazia. Il 31 agosto 2006 Nara Dreamland chiuse.

Western Village: il parco a tema Far West

“Lo scopo della vita non è guadagnare soldi ma far avverare i sogni” disse in un’intervista Ominami, il proprietario di questo parco a tema “Western Village”. Aperto nelle vicinanze di Nikko nel 1973 come un ranch in cui poter provare a fare i cowboy, diventò nel 1975 un parco a tema western. Il parco riproduceva un villaggio del far west, con molti edifici classici come saloon, prigione, chiesa e banca, tutti “abitati” da manichini che rappresentano i personaggi tipici dei film di cow boy. Ogni anno il buon Ominami in barba ai guadagni continuò a espandere il parco arrivando ad aggiungere perfino una copia del monte Rushmore. Nel 2007 il sogno si infranse: il parco chiuse i battenti. Nonostante l’abbandono il parco è ancora lì e negli ultimi anni ha visto nuovi visitatori che vengono ad esplorare quello che rimane del sogno di Ominami.

Gluck Kingdom: il parco a tema Germania

Spesso mi è capitato di pensare che i giapponesi per attrarre turisti in zone poco interessanti si inventano le cose più assurde e fantasiose. Il Gluck Kingdom è una di queste. Un parco a tema “Germania” a chi sarebbe mai venuto in mente? Il Gluck Kingdom fa parte di una serie di attrazioni costruite in Hokkaido per incrementare il turismo sull’isola. Il parco inaugurato nel 1989 riproduce un villaggio bavarese e ospita una riproduzione del castello di Bückeburg fedele in tutto, e come dice il sito “Dalle opere d’arte alle tegole, tutte sono state fedelmente realizzate da artigiani tedeschi” ma gli arredi invece sono italiani (!?!?). A differenza dell’originale questo castello è un hotel con stanze a tema. Inoltre all’interno del Gluck Kingdom c’è un parco divertimenti ispirato alle favole dei fratelli Grimm con ruota panoramica e montagne russe. Ha chiuso nel 2007. Sarà grazie alla bravura degli artigiani tedeschi ma oggi, nonostante la natura cerchi di prenderne il sopravvento, gli edifici resistono come resiste l’insegna dell’ultima mostra temporanea di Gluck Kingdom dedicata al “tedesco” John Lennon.

Foto di: Nancy O

Tenkaen: il parco a tema Cina 

Come se non bastasse un parco a tema “Germania” in Hokkaido hanno voluto anche quello a tema “Cina”. Il China Park of Heaven chiamato anche Tenkaen fa sempre parte di quel progetto fallimentare di marketing dell’Hokkaido per incrementare il turismo. Inaugurato nel 1992 nella località termale di Noboribetsu, dove esistono già altri 3 parchi a tema: “orsi”, “mondo marino” e “periodo Edo”. Tenkaen ha una superficie di 40.000 metri quadri e riproduce una corte cinese della dinastia Qing con una pagoda a 5 piani alta 40 metri e una campana donata dalla Cina per commemorare i 20 anni di rapporti diplomatici amichevoli tra i due paesi. Amichevoli per finta, aggiungo io. Forse a causa del prezzo alto d’ingresso, 1.900 yen, il parco ha avuto vita breve, nel 1992 chiuse. Nonostante le molte parti in legno fossero marcite gli edifici e la pagoda rimasero in piedi per anni facendo diventare Tenkaen un affascinante Haikyo fino quando nel 2017 venne demolito.

Gunkanjima: l’isola nave da battaglia

L’isola di Hashima nella baia di Nagasaki, chiamata Gunkanjima “isola nave da battaglia”, per la sua forma è il luogo abbandonato più iconico del Giappone. La storia di Gunkanjima inizia nel 1890 quando la Mitsubishi acquista l’isola per sfruttare la sua miniera di carbone. Il primo insediamento è un “semplice” villaggio, ma con l’arrivo del cemento armato anche in Giappone si inizia la costruzione del primo condominio che termina nel 1916 e che diede il via alla trasformazione dell’isola. Ogni metro quadrato disponibile dell’isola viene occupato da edifici in cemento e nel 1959 questa isola, lunga 480 metri con i suoi 5259 abitanti, è il luogo con la più alta densità di popolazione del pianeta. Hashima era un “mondo” autosufficiente dove i minatori con le loro famiglie potevano vivere. Oltre agli appartamenti ci sono due scuole, una prigione, un ospedale, una piscina, un cinema, una palestra, bar, negozi, bagni pubblici, una sala da pachinko, e addirittura un bordello. Il declino comincia quando il petrolio inizia a sostituire il carbone e il fabbisogno a diminuire, così i minatori con le loro famiglie cominciano ad abbandonare l’isola. Nel 1974 Mitsubishi chiude l’isola e nel 2001 cede la proprietà alla città di Nagasaki. Dal 2009 è possibile partecipare a dei tour guidati, in cui però non è possibile visitare la zona residenziale per la quale ci vogliono permessi speciali. Nella zona residenziale si possono ancora vedere alcuni degli oggetti abbandonati corrosi dal tempo e dalle intemperie che testimoniano la vita che si faceva ad Hashima. Gunkanjima è qualcosa di unico e affascinante, ma allo stesso tempo malinconico, come a ricordarci che nulla dura per sempre.

Foto di: Jordy Meow

La città fantasma di Nichitsu

La storia della città di Nichitsu è simile a quella di Hashima. I primi insediamenti risalgono al 1600 per la vicinanza con una miniera dove si estrae oro, e successivamente zinco e ferro. Nel 1937 la società Nichitsu acquista la miniera e dà il proprio nome al villaggio. Il villaggio, che si trova nella prefettura di Saitama, non ha città nella vicinanze per cui si sviluppa diventando un vera e propria città con due scuole, una clinica e un cinema. La zona residenziale si differenza tra quella per i dirigenti, che vivono in case singole, da quella per i minatori, che hanno a disposizione appartamenti senza bagno. All’apice della produzione Nichitsu contava 3000 abitanti, ma nel 1978 la miniera inizia a esaurirsi e i lavoratori cominciarono ad abbandonare la città. A Nichitsu il tempo si è fermato, ancora oggi si trovano gli oggetti abbandonati dagli abitanti e nella clinica medicine, bisturi e vasi di vetro che sembrano contenere pezzi di organi umani…

Foto di: Kitsuney

Shime: la fortezza anti-zombi

La torre mineraria di Shime è diventata famosa come “la fortezza anti-zombi”. La sua particolare architettura, secondo un meme, la rende il luogo ideale per salvarsi dall’apocalisse zombie. La torre fa parte di un complesso minerario per l’estrazione di carbone. La sua costruzione inizia nel 1941 e termina due anni dopo. Alta quasi 48 metri è una struttura dal design particolare, che ospita nella parte superiore gli uffici e la sala comando del meccanismo che calava container vuoti nel buco al centro della base. Calato a una profondità di 430 metri, i minatori riempivano il container di carbone per poi essere sollevato e scaricato. La torre e la miniera è stata attiva fino al 1964. In stato di abbandono per anni è diventata meta di molti esploratori urbani fino a quando nel 2009, forse per evitare il via vai di intrusi o per creare un “nuova” attrazione turistica per la città di Shime, il governo giapponese l’ha designata come “Importante proprietà culturale”. Ora la torre è ben recintata e di sera viene illuminata con potenti fari per rendere ancora più suggestiva la fortezza anti-zombie.

Foto di: そらみみ (Soramimi) - Own work, CC BY-SA 4.0, Link

Hachijo Royal Resort: l’hotel più lussuoso del Giappone

Sono molti gli hotel abbandonati in Giappone ma l’Hachijo Royal Resort è il più famoso e visitato nonostante la posizione: è su un’isola a 287 km dalla baia di Tokyo!

L’isola di Hachijo venne pubblicizzata negli anni ‘60 dal governo giapponese come le “Hawaii del Giappone” e, complice anche la facilità con cui la si può raggiungere in traghetto o in aereo, attirò molti investitori e così il turismo si sviluppò facilmente.

Aperto nel 1963 per essere l’hotel più lussuoso del Giappone, l’ Hachijo Royal Resort è un gigantesco hotel dall’architettura ispirata al barocco francese. Ha vissuto un periodo d’oro fino a quando per i giapponesi non è stato possibile viaggiare all’estero, ma quando questo è successo è iniziato il declino. Ha resistito per 30 anni, poi chiuse e riaprì cambiando nome un paio di volte fino al 2006 quando ha chiuso definitivamente. Oggi nonostante la vegetazione stia sempre più prendendo più possesso del resort e la struttura sia logorata dal clima tropicale, alcuni degli interni dell’ Hachijo Royal Resort testimoniano ancora il lusso di un tempo.

Furiin Motel: un Love Hotel abbandonato molto strano

I love hotel in cui le coppiette vanno a trascorrere qualche ora in intimità esistono ancora e spesso hanno stanze a tema ma quelle del Furiin Motel sono di un kitsch estremo. Il Furiin Motel si trova nella campagna nei dintorni di Chiba, ma la sua posizione esatta è quasi sconosciuta e chi la sa mantiene il segreto. Le poche informazioni trapelate sono che ha chiuso circa 20 anni fa e che ha 10 suite molto spaziose che includono sala da pranzo e bagno. Ogni suite è a tema, si va quella in stile ryokan con giardinetto tradizionale giapponese, a quella greca adornata con della colonne bianche. Ma se la vista di uccelli impagliati vi eccita meglio c’è anche la suite “cacciatori”. Menzione speciale va a quella medioevale dove il letto è una carrozza e a farvi da guardia c’è una armatura completa! Non tutte le suite del Furiin Motel hanno resistito al passare del tempo ma quelle “migliori” nonostante la polvere sono ancora lì ad attendere la prossima coppia.

Tribune Negishi: una fortezza inespugnabile

A Yokohama si erge una delle Haikyo più conosciute del Giappone: le tribune di Negishi. Nel 1866 l’imperatore Meiji volle che fosse realizzato un ippodromo e diede l’incarico ad un architetto inglese di costruire le tribune. Sopravvissute quasi intatte al grande terremoto del Kanto del 1923, le tribune furono risistemate e utilizzate fino all’inizio della seconda guerra mondiale, quando vennero utilizzate dall’esercito giapponese come stamperia e prigione. Con l’occupazione del Giappone da parte dell’esercito statunitense la stamperia di Negishi venne usata per pubblicare i termini della resa da distribuire in tutto il territorio nipponico. Successivamente attorno alla tribuna venne costruita una zona residenziale per i militari occupanti e Negishi ne diventò la sede degli uffici amministrativi. Solo nel 1983 la zona e le tribune furono restituite al governo giapponese così il piano terra venne trasformato in una pista da bowling, ma durò poco e Negishi venne sigillato e abbandonato. Le tribune Negishi resistono ancora al tempo che passa, e oggi sono una fortezza quasi inespugnabile per gli esploratori urbani. Sono circondate da un frequentato parco pubblico e con le entrate sigillate con portoni di ferro, l’edificio è anche protetto da una recinzione con filo spinato, e come se non bastasse è controllato da telecamere. Chi è riuscito ad entrare racconta che all’interno si trovano ancora i segni del passato militare delle tribune e che nel sottosuolo c’è un labirinto di gallerie, che portano a una grande stanza con due gigantesche porte metalliche. Nessuno è riuscito ad aprire e vedere cosa c’è oltre…almeno per ora.

Foto di: dice_k_goto

I luoghi abbandonati in Giappone sono tantissimi però, a differenza di altri Paesi, spesso non sono vandalizzati per quel senso di rispetto civico insito nella cultura giapponese. L’esplorazione urbana è diventata un “hobby” che va di moda, ma chi lo pratica in Giappone lo fa con rispetto, non rubando e distruggendo. Questo ha permesso, a chi continua a esplorare questi luoghi sospesi nel tempo, di trovare oggetti e segni che testimoniano ancora la loro storia passata.

Se questo articolo ti ha ispirato a cercare questi luoghi unici, ricordati che è illegale anche in Giappone entrare nelle proprietà private. Se proprio lo vuoi fare lo stesso non dimenticare la parola d’ordine per esplorare un Haikyo: RISPETTO.

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Rudy Vianello

Rudy Vianello

Sono un videomaker per lavoro e uno youtuber per passione. Ho imparato a conoscere il Giappone attraverso manga e anime ma dopo il mio primo viaggio me ne sono innamorato e così sono tornato spesso esplorando in solitaria i luoghi più conosciuti ma sopratutto i più sconosciuti. Ho creato questo sito per condividere le mie esperienze!

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