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Kumamoto è la città capoluogo dell’ omonima prefettura nell’isola di Kyushu. La città è famosa per il gigantesco castello, che purtroppo è stato fortemente danneggiato durante il terremoto che ha colpito la zona di Kumamoto e del Monte Aso nell’ aprile 2016. Ho visitato Kumamoto nell’estate 2017, nel centro città non ho visto edifici danneggiati, dopotutto il giapponesi sono famosi per la velocità con cui reagiscono alle calamità ricostruendo e riparando i danni. Il castello e gli edifici storici nei dintorni erano chiusi perché le forti scosse hanno fatto crollare certe parti e danneggiandone altre. Comunque i lavori di ricostruzione ero in corso per rendere di nuovo visitabile il sopratutto il castello.
Aggiornamento sulla ricostruzione
Il castello di Kumamoto ha subito gravi danni durante i terremoti dell’aprile 2016 . Molte tegole sono cadute, le fondamenta sono state danneggiate, i muri e intere strutture sono crollate. Gli interni sono attualmente chiusi al pubblico; tuttavia, è possibile guardare il castello dall’esterno. È prevista l’apertura di un piazzale di fronte al torrione principale a cui sarà concesso l’accedere al pubblico dal 5 al 14 ottobre 2019 durante la Coppa del mondo di rugby, per poi essere aperta la domenica e le festività nazionali. L’interno del mastio principale del castello sarà riaperto al pubblico nella primavera del 2021, mentre per gli altri edifici saranno necessari circa 20 anni per essere completamente riparati. La struttura principale resterà parzialmente coperta da impalcature fino all’autunno 2019.
Fonte: www.japan-guide.com
Cosa vedere a Kumamoto
Il Castello di Kumamoto
Il castello di Kumamoto è tra i più grandi ed estesi del Giappone ed è composto da diversi edifici costruiti nel 1607 per volontà di Kato Kiyomasa, il signore locale che lo ha anche progettato. Il castello divenne una una fortezza. composta da 49 torri, 18 cancelli principali e 29 cancelli minori. Nel 1610 fu aggiunto il palazzo Honmaru Goten. Degli edifici originali ne sono rimasti 13, la maggior parte è andata distrutta nel 1877 durante l’assedio tra le forze governative e i ribelli in cui diversi edifici furono dati alle fiamme e distrutti.
Nel 1960 il castello è stato ricostruito in cemento e successivamente tra 1998 e il 2008 sono stati ricostruiti quasi tutti gli edifici progettati da Kato. Nel 2008 è stato ricostruito e aperto il Palazzo Honmaru Goten, utilizzando per fortuna i materiali e le tecniche originali e non il “solito” cemento. La fortezza è un insieme di mura, fossati, edifici usati come magazzini e torrette. Degna di nota è la torretta Uto, un edificio originale sopravvissuto all’assedio, all’incendio e anche al terremoto del 2016!

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Giardino Suizenji
Il giardino Suizenji è un esempio di stile Kaiyu-shiki-teien, lo stile che riproduce un itinerario attraverso un paesaggio ricostruito, infatti il Suizenji rappresenta l’antica strada Takeido che collegava Kyoto a Edo(Tokyo) con le 53 stazioni postale una miniatura del monte Fuji. Ingresso 400 yen. Orari: 7.30 – 18.00 (da marzo a ottobre) 8.30 – 17.00 (da novembre a febbraio) .

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Residenza Hosokawa
Residenza della famiglia del clan Hosokawa che ha governato a Kumamoto durante il periodo Edo. L’edificio era un bel esempio di una residenza di samurai che è stata restaurata negli anni novanta, purtroppo è stata gravemente danneggiata dal terremoto del 2016 e non è ancora stata riaperta.

La grotta di Musashi Miyamoto
A un ora di bus dalla stazione di Kumamoto, ai piedi del monte Kinpo si trova la grotta di Reigando dove Myamoto Musashi, il più grande e famoso samurai della storia del Giappone, si ritirò per trascorrere i sui ultimi anni di vita in meditazione e dove scrisse la sua opera più famosa “Il Libro dei Cinque Anelli”.
Non saprei se consigliare di visitare Kumamoto, la sua attrazione principale, il castello, non è ancora agibile. Deve essere una scelta personale. Quando ho deciso di andare a Kumamoto sapevo la situazione ma volevo comunque vedere quella città che era diventata purtroppo famosa durante i giorni del terremoto per poi finire nel dimenticatoio e non essere più ricordata, almeno in Italia. Per me è stato anche un modo di dimostrare la mia “vicinanza” alla città e nel mio piccolo di contribuire al rilancio del turismo mostrando le immagini e raccontandone la storia. Per cui se siete nelle vicinanze perché non dedicare qualche ora a scoprire Kumamoto…
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