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“Fai conoscere Onomichi!” Mi disse il giovane figlio del proprietario di un ristorante di Ramen durante il mio soggiorno a Onomichi. Sicuramente non sono molti i turisti che arrivano a Onomichi per visitare la città. La maggior parte si ferma il tempo di noleggiare una bicicletta per poi ripartire per percorrere la Shimanami Kaido, la lunga pista ciclabile che permette di attraversare il Mare Interno e arrivare in Shikoku. Anche il mio intento era questo ma prima ho voluto dedicare una giornata all’esplorazione di Onomichi, scoprendo una città che dietro un’apparente decadenza nasconde luoghi e storie da conoscere.
Onomichi è una città portuale fin dalle origini. La sua storia inizia nel 1168 con le costruzioni di magazzini per la conservazione dei tributi provenienti dai signori locali. Dai magazzini venivano poi trasportati verso Osaka e il resto del Giappone. Questo permise a Onomichi di giocare un ruolo centrale nel commercio portuale arricchendo i mercanti della zona che si costruirono le loro residenze nella zona collinare alle spalle del porto. E per aumentare il loro prestigio i mercanti investirono le loro ricchezze nella costruzione di templi.
Uscendo dalla stazione di Onomichi ci si accorge che i binari tagliano in due la città. Da un lato la zona pianeggiante del porto e dall’altro quella collinare. Ed è proprio in questa zona che si trovano i luoghi d’interesse di Onomichi.
Cosa vedere a Onomichi
La passeggiata trai templi
Nel momento di maggior sviluppo la zona collinare era la sede di 81 tra templi e santuari. Tanti rispetto alle dimensioni di Onomichi. Oggi ne sono rimasti 25 e sono uniti da un percorso che parte dai piedi del monte Senkoji e arriva quasi in cima. Si percorrono circa 2,5 chilometri di saliscendi attraversando una zona residenziale. Alcune sezioni sono un po’ più ripide ma sono seguite da parti pianeggianti per cui avete il tempo di recuperare fiato. Non tutti i templi sono degni di nota, alcuni sono piccoli e poco curati, quelli che ho trovato più affascinanti sono:
- Il tempio Senkoji che è arroccato sull’omonimo monte in una posizione da cui ammirare il panorama su Onomichi e sul Mare interno di Seto.
- Saikokuji, il tempio più grande di Onomichi. Per arrivarci bisogna attraversare un portale dove sono appesi dei giganteschi sandali di paglia. E poi superare una ripida scalinata e finalmente accedere all’area del Saikokuji, dove tra i vari edifici c’è anche una pagoda a tre piani.
- Il Jodoji, il tempio più antico di Onomichi, che si trova nel punto più a ovest del percorso. La costruzione dell’edificio principale del tempio è iniziata nel 1306. Poi nei secoli si sono aggiunti altri edifici tra cui una pagoda a due piani. Gli edifici hanno architetture influenzate dalla diversa epoca di costruzione, questo mix di stili rende il Jodoji il tempio più affascinante del percorso.

Parco Senkoji
La cima del monte Senkoji è stata spianata per far spazio a un parco che prende nome dal tempio (o dal monte?). Nel parco c’è un piccolo osservatorio che assomiglia nella forma al centro commando della Fortezza delle Scienze del Grande Mazinga da cui ammirare un panorama a 360 gradi.
E se siete innamorati nel parco si trova il “Santuario degli innamorati”. Suggellate il vostro legame con il rito del lucchetto (meglio se a forma di cuore), mi raccomando da appendere solo sulle apposite reti metalliche. Fate una foto alla rossa siluetta metallica di un grande cuore con al centro la statua di due gatti che si strusciano. E se non avete esaurito la vostra voglia di tenerezza, prendetevi per mano e percorrete il breve sentiero rosso a forma di cuore. Che romanticismo!
Il Parco Senkoji è consigliato come la migliore attrazione di Onomichi ma a dire la verità l’ho trovato alquanto deludente e decadente. L’unico vero motivo per visitare il parco Senkoji è il panorama sul Mare interno di Seto e i sui dintorni di Onomichi. Per raggiungerlo si può fare una deviazione durante il percorso dei 25 templi quando si è al Tempio Senkoji. Oppure prendere la funivia che con 500 yen vi porta in cima.

Cat Alley
Se amate i gatti c’è un curioso luogo tra i decadenti edifici della zona collinare di Onomichi che va assolutamente visitato: Neko no Hosonimichi. Conosciuto anche come Cat Alley. Percorrendo una ripida e stretta stradina si iniziano a vedere sassi rotondi su cui sono dipinti musi di gatti. Sono 108 i sassi-gatto ed è stato l’artista Shunji Sonoyama a dipingerli. Nel 1997 passeggiando per questi luoghi probabilmente ispirato dai gatti che incrociava ebbe l’idea di crearli. I sassi-gatto sono un po’ ovunque, sugli alberi, nei giardini, sui tetti e sui muri. L’idea di Shunji Sonoyama è stata seguita da altri, così si trovano gatti dipinti sui muri e anche un museo che raccoglie una collezione di 3000 Maneki Neko, il famoso gatto con la zampa alzata che porta fortuna La zona di Cat Alley è famosa anche per i suoi cafè, le particolari gallerie d’arte e i sakè bar per cui anche se non siete appassionati di gatti va comunque visitata. E non dimenticate di accarezzare 3 volte un sasso-gatto, si dice che porti fortuna!

La passeggiata tra lamiere e decadenza
Seguendo il percorso dei 25 templi si attraversa quella che un tempo era la zona residenziale dei mercanti. Alcuni edifici storici sono sopravvissuti altri sono stati sostituiti da abitazioni che erano moderne probabilmente 50 anni fa, ma che oggi stanno cedendo sotto il peso degli anni. Le case sono così arroccate in un equilibrio instabile sul Monte Senkoji che sembrano sempre sul punto di scivolare giù. Le stradine che si percorrono sono così strette che si infilano tra il poco spazio tra un’abitazione e un’altra. Camminando si entra anche nella vita di chi abita in questa zona di Onomichi. Noi come ospiti indesiderati possiamo sbirciare nei giardini e attraverso le finestre, rubando momenti di quotidianità. Quello che mi ha colpito sono gli oggetti arrugginiti nei giardini, le cose polverose ammassate nelle piccole stanze e la quantità di lamiere. Consumate dalla ruggine le lamiere sono usate per tamponare i buchi sui tetti, per coprire le grosse crepe delle pareti e per sostituire muri crollati. Certo ci sono anche edifici nuovi, ma sono una minoranza, quello che si respira è un’atmosfera decadente, quasi rassegnata al tempo. Come se la salsedine portata dal vento avesse corroso non solo gli edifici ma anche la volontà degli abitanti di Onomichi. Questa decadenza è un volto del Giappone spesso celato ai turisti perché escluso dagli itinerari. Ad alcuni probabilmente può non piacere ma il Giappone è anche questo, e Onomichi ne è la dimostrazione.

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