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Nel Febbraio del 2019 abbiamo deciso di visitare in tre giorni la costa ovest della penisola di Izu, zona rurale del Giappone che offre molte destinazioni interessanti.
Dalla capitale Tokyo il metodo più conveniente per raggiungere Izu è utilizzare il treno espresso “Odoriko”: occorre però prestare attenzione al fatto che parte del tragitto comprende un tratto su ferrovia privata, quindi ai possessori di Japan Rail Pass ordinario è richiesto il pagamento di un supplemento. Tale supplemento non è invece richiesto se si è titolari di uno tra questi pass regionali: JR Tokyo Wide Pass, JR East Nagano Niigata Area Pass e JR East Tohoku Area Pass.
Poiché nel 2019 ci trovavamo a visitare Tokyo e dintorni, ci è sembrato comodo acquistare il Tokyo Wide Pass della durata, appunto, di tre giorni.
Cosa vedere nella Penisola di Izu
Hanami a febbraio
Tutti conoscono il Giappone per l’hanami, la stagione della fioritura dei sakura, gli alberi di ciliegio giapponese. Il paese del sol levante è sempre affollatissimo nel periodo dell’hanami, a cavallo tra la fine di Marzo e l’inizio di Aprile. I turisti stranieri si concentrano in particolar modo a Kyoto e in tutta la penisola del Kansai, a Himeji nei dintorni del castello e, per chi è in visita alla capitale Tokyo, soprattutto nei quartieri di Ueno, Nakameguro e Chiyoda.
Pochi sanno però che è possibile assistere a un hanami davvero meraviglioso, meno turistico e affollato e, soprattutto, a Febbraio, mese che in terra nipponica ha due grossi vantaggi: è infatti il mese meno piovoso dell’anno e soprattutto è considerato bassa stagione, quindi è anche uno dei meno costosi per viaggiare.
La qualità di ciliegio Kawazuzakura (Cerasus Lannesiana) prende il nome dalla località di cui è originario. Presenta alcune differenze sostanziali dalla qualità Somei-Yoshino, che è la più diffusa in Giappone. Innanzitutto fiorisce dalla seconda settimana del mese di Febbraio fino all’inizio del mese di Marzo e solitamente la massima fioritura si raggiunge dopo la metà di Febbraio. I fiori, di un colore rosa intenso, resistono poco più di tre settimane contro le meno di due della qualità più diffusa: un grosso aiuto per un turista che vuole programmare il viaggio avendo la certezza di poter ammirare la fioritura al massimo del suo splendore.
Durante questo periodo, per un mese circa, la città di Kawazu si anima di bancarelle, spettacoli e turisti, soprattutto giapponesi, per il festival dell’hanami.

Kawazu
Verso metà mattinata partiamo da Tokyo con l’espresso Odoriko in direzione della nostra destinazione. Il viaggio non è breve, ma piacevole: per arrivare a Kawazu ci vogliono all’incirca due ore, ma dalla città di Atami in poi è possibile ammirare un panorama costiero eccezionale.
Arriviamo a Kawazu poco prima di mezzogiorno e veniamo subito accolti dall’atmosfera festaiola: la giornata è splendida e, passeggiando dalla stazione in direzione del fiume, ci appaiono i primi alberi di ciliegio, accompagnati da fiori giallissimi: un cielo rosa sopra un tappeto dorato.

Vicino al fiume cominciano a comparire le prime bancarelle: street food, ingredienti tradizionali, tra cui il wasabi fresco, nonché frutta, soprattutto mandarini che sono la specialità della zona. Ne approfittiamo per pranzare con qualcosa di veloce: yakitori, yakisoba, spiedini di carne e verdura, e a chiusura un bel tayaki (dolce a forma di pesce ripieno di marmellata di azuki) rosa, in tinta col panorama..

Risaliamo quindi la riva destra del fiume in direzione monte, in un vero e proprio tunnel di fiori di ciliegio; il percorso è all’incirca di quattro chilometri e lo scenario migliora a ogni passo.

Ci fermiamo sui numerosi ponti per fare le foto, per assistere a un simpatico spettacolo di un’addestratrice di scimmie e per una pausa con un gelato al gusto sakura. Poi scendiamo sulla sponda da cui si ammira il panorama meraviglioso del corso del fiume contornato dai ciliegi, ed assistiamo alle prove di una danza tradizionale, con le ragazze che ballano in costume e ci salutano divertite.

Terme con cascata
A metà pomeriggio, con riluttanza, ci rechiamo alla fermata del bus che ci porterà al ryokan che abbiamo prenotato. Purtroppo i trasporti locali non sono granché, e quello che prendiamo è uno degli ultimi mezzi che salgono verso la zona montagnosa che circonda la città.
Mentre attendiamo per un tempo indefinito il bus, una gentile signora ci offre de mandarini. Noi ricambiamo con una confezione di Mon Chery (molto in tema, direi), ai quali la signora ricambia con altri mandarini, rischiando di scatenare un ciclo infinito di regali e “controregali”, molto simile a quelli che si affrontano quando si parla di inchini.
La nostra destinazione è la locanda tradizionale Amagisou, a circa venti minuti di autobus da Kawazu, in una zona nota per un curioso ponte stradale a spirale e per il percorso boschivo delle sette cascate (Kawazu nanadaru).

Ed è appunto vicino alla prima di queste cascate, quella maggiore, che si trova il nostro ryokan; ma la cosa più gustosa è che avremo accesso alle terme all’aperto proprio sotto la suddetta cascata.
Facciamo il check-in, ci avviamo verso le nostra stanza e ci prepariamo alla cena. Poi scendiamo con lo yukata nel locale ristorante e ci gustiamo la miglior cena kaiseki finora mai assaporata in una locanda tradizionale: protagonisti in assoluto la carne wagyu della zona e l’abalone, un mollusco marino molto particolare, decisamente poco conosciuto in Italia.
Dopo una cena sostanziosa, terminiamo alla grande giornata con un bagno serale alle terme, davanti alla cascata illuminata: un sogno ad occhi aperti.
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