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L’isola di Miyajima: il luogo più “magico” del Giappone

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Tempo di lettura: 7 minuti

L’isola di Miyajima è uno dei luoghi più visitati del Giappone e il torii al centro della baia dell’isola che sembra fluttuare sul mare è una delle immagini più iconiche del Paese del Sol Levante.

In realtà il vero nome dell’isola è Itsukushima anche se tutti la conoscono come Miyajima che significa “isola del santuario”. Ogni giorno orde di turisti invadono Itsukushima, in poche ore fotografano il torii, visitano il santuario principale, alcuni dei templi vicini per poi riprendere il traghetto per Hiroshima e continuare verso la prossima tappa del loro viaggio.

Anche io la prima volta ho fatto la stessa cosa, ma quando sul traghetto che mi riportava a Hiroshima vedevo l’isola diventare sempre più piccola avevo la crescente sensazione di aver visitato qualcosa di bello ma di non aver visto nulla di Miyajima. Durante il mio primo viaggio in solitaria attraverso il Giappone sono tornato a Itsukushima, questa volta per trascorrerci anche una notte. Così ho finalmente scoperto il vero volto dell’isola, quello che la maggior parte dei turisti non vede. Ma di questo ve ne parlerò alla fine, intanto facciamo la conoscenza di Miyajima.

L’isola è un luogo sacro fin dai tempi antichi, si pensa che tutto abbia avuto inizio quando un pescatore costruì un primo santuario shintoista sull’isola. Da allora per mantenere la purezza del luogo non sono state permesse nascite, morti, sepolture. Addirittura gli alberi della foresta non potevano essere usati per far legna. In teoria ancora oggi queste regole sono rispettate. Anche se, a dire il vero, negli ultimi anni la sacralità è stata piegata alle logiche commerciali del turismo. A difenderla ci sono le 2000 persone che vivono sull’isola e che continuano a mantenere vivo il contatto con la tradizione, la natura e le divinità che abitano a Itsukushima.

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Il santuario di Itsukushima

La storia dell’isola è legata a quella del santuario di Itsukushima. Fondato nel 593 d.C.  è dedicato alle tre figlie di Susanoo, la divinità della tempesta. Successivamente con l’arrivo del buddismo in Giappone un’altra divinità ha preso dimora presso il santuario: Benten, una delle 7 divinità della Fortuna. Questo ha resto Itsukushima importante per entrambe le religioni dominanti in Giappone.

Arrivando a Miyajima si ha come l’impressione che il santuario fluttui sul mare. L’illusione è data dall’aver costruito gli edifici sopra a delle palafitte collegati con delle passerelle.  Questa particolarità, che ancora oggi vediamo, risale al 1168 per volontà di un signore della guerra, Taira no Kiyomori, che credeva che le suo vittore in battaglia fossero merito delle divinità di Itsukushima. Cosa ha spinto Taira no Kiyomori a costruire il santuario su palafitte non è dato da sapere, ci sono alcune teorie, ma la cosa più importante è che ha creato qualcosa di unico! Nei secoli sono stati aggiunti nuovi edifici tra cui l’unico palcoscenico per teatro Noh sull’acqua. Come spesso accade in Giappone anche Il santuario di Itsukushima è stato ricostruito più volte a causa dei danni di tifoni e terremoti. Se in questi casi si è sempre stata rispettata la sua forma originale non si può dire la stessa cosa quando nel periodo Meiji per volontà dell’imperatore Shintoismo e Buddismo furono separati. La divinità Benten venne “sfrattata” e spostata in un altro tempio e alcuni edifici, per fortuna minori, furono distrutti.

Se il santuario di Itsukushima sembra fluttuare con la marea alta, quando è bassa l’acqua si ritira così tanto che si può osservare l’incredibile sistema di palafitte che lo sorreggono e si può arrivare a piedi fino a sotto il torii. Tutta la fama del santuario è meritata, è sicuramente uno dei luoghi più affascinanti del Giappone!

Santuario itsukushima cosa_vedere Giappone

Santuario di Hokoku

Questo particolare edificio conosciuto come Senjokaku, il padiglione dei 1000 tatami, è stato costruito per volontà del generale Toyotomi Hideyoshi. Il generale voleva che qui si recitassero le preghiere per i soldati morti in battaglia. I lavori di costruzione iniziarono nel 1587 ma si fermarono nel 1598 con la morte di Hideyoshi e non furono più ripresi. Solo nel 1872 il Senjokaku divenne un santuario quando venne dedicato alla versione divinizzata di Toyotomi Hideyoshi. L’edificio è imponente e allo stesso tempo scarno nei suoi interni ma l’essere incompleto non è un difetto, anzi lo rende ancora più affascinate nella sua unicità. Unicità esaltata anche dal contrasto con la rossa pagoda a 5 piani con cui condivide la collina vicina al santuario di Itsukushima.

Santuario Hokoku cosa_vedere Giappone

Tempio Daisho-in

Quando nel 806 il monaco Kobo Daishi tornò dalla Cina dopo lo studio del buddismo si stabilì a Miyajima. Il monaco iniziò delle pratiche ascetiche sul monte Misen che considerava sacro. Qui gettò le basi della scuola del buddismo Shingon. Per questo ai piedi del monte Misen fu costruito il tempio Daisho-in, uno dei luoghi più affascinati dell’isola.

Una particolarità è che per accedere bisogna salire lungo una scalinata divisa al centro da ruote della preghiera, cosa poco comune in Giappone. Dicono che girarle è come ripetere il sutra inciso sopra e che portino fortuna! Superato il grande portale, se deviate a sinistra trovate un sentiero costellato da 500 statue di discepoli del Buddha, ogni statua ha una espressione del volto diversa. Invece se proseguite arrivate a un complesso di edifici, cuore del tempio. Una volta qui vi accorgerete che un’altra particolarità è l’essere popolato da curiose statue e simboli religiosi non solo buddisti.

Inoltre in uno degli edifici è ospitato un gigantesco mandala di sabbia fatto da dei monaci tibetani venuti in visita al tempio. Lo stesso Dalai Lama nel 2006 ha visitato il Daisho-in per l’anniversario dei 1200 anni dalla sua fondazione.

Altro luogo particolare del tempio è la grotta Henjokutsu al cui interno si trovano 88 statue buddiste. Ogni statua simboleggia uno dei templi del pellegrinaggio sacro del Shikoku. Secondo la tradizione visitare la grotta dá le stesse benedizioni di chi visita i templi, con l’unica differenza che i pellegrini quelle benedizioni se le “sudano” visto che devono percorre 1500 chilometri a piedi per riceverle! 

Il Daisho-in è spesso trascurato dai turisti, che non sanno cosa si perdono, ma questo è anche una fortuna perché non è mai affollato e lo si può visitare immergendosi in tutta la sua aurea sacra.

Tempio Daisho-in Miyajima cosa_vedere Giappone

Il monte Misen

La montagna sacra a Kobo Daishi domina con i suoi 500 metri di altezza tutta l’isola. Ci sono vari sentieri che portano in cima ma il più facile e affascinante è quello che inizia dal Daisho-in. Per arrivare in cima ci vogliono circa due ore e una volta arrivati si possono ammirare i dintorni dell’isola da una piattaforma di osservazione. Lungo il sentiero si incrociano luoghi sacri, piccoli santuari e templi tra cui il Reikado. Si crede che il fuoco custodito in questo edificio sia stato acceso da Kobo Daishi e che arda ininterrottamente da 1200 anni e che abbia proprietà curative.  Da questo fuoco è stata accesa la Fiamma del Parco della Pace di Hiroshima.

Per arrivare in cima si può utilizzare anche una funivia ma non pensate di evitare tutta la fatica, perché dalla stazione di arrivo si deve percorrere comunque un chilometro e salire un dislivello di 100 metri per raggiungere il punto di osservazione.

Quando ho percorso il sentiero era in piena estate e faceva molto caldo. Partito dal Dasho-in sono salito fino alla cima, mentirei se dicessi che non è stato faticoso raggiungerla, ma tutta la fatica è stata ripagata dalla possibilità di immergersi nella natura vibrante del monte Misen e soprattutto dalla vista spettacolare a 360° sulla baia di Hiroshima.

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Il momento magico dell’isola di Miyajima

Come dicevo all’inizio, quando gli ultimi turisti hanno preso il traghetto per tornare a Hiroshima ho scoperto il vero volto dell’isola. Passeggiando per l’isola all’imbrunire incrocio solo alcuni cervi, che come a Nara, abitano l’isola. Pochi i turisti che dormono sull’isola, dopotutto sono solo una quindicina le strutture, tra hotel, ryokan e ostelli in cui soggiornare.  Mentre mi avvicino al santuario di Itsukushima succede la magia. La bassa marea mostra le palafitte su cui poggia il santuario e dalla sabbia migliaia di piccoli granchi prendono possesso delle strade di Miyajima.

Aspetto che la notte scalzi del tutto il giorno. Quando il grande torii illuminato si staglia sulle scintillanti e pulsanti luci della moderna Hiroshima, mentre si riflette assieme alla luna piena sul mare. Attorno a me sull’isola solo poche flebili luci illuminano le strade immerse nel silenzio. Quello è stato uno dei momenti più affascinanti di tutto il viaggio.

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L’ultimo consiglio che voglio darvi se seguite il mio suggerimento di trascorrere una notte sull’isola è di non visitare Il santuario di Itsukushima quando è affollato. Attendete il mattino dopo, alzatevi presto e recatevi al santuario prima dell’arrivo del traghetto delle 7.30. Avrete così la possibilità di percepire la vera spiritualità di questo luogo così sacro per i giapponesi da secoli.

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Rudy Vianello

Rudy Vianello

Sono un videomaker per lavoro e uno youtuber per passione. Ho imparato a conoscere il Giappone attraverso manga e anime ma dopo il mio primo viaggio me ne sono innamorato e così sono tornato spesso esplorando in solitaria i luoghi più conosciuti ma sopratutto i più sconosciuti. Ho creato questo sito per condividere le mie esperienze!

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