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Donburi: la tazza dai mille gusti

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Tempo di lettura: 4 minuti

Esistono alcuni piatti giapponesi che spesso sormontati dalla fama del sushi del Ramen e della Tempura, passano inosservati, sono diffusissimi, molto consumati, ma solitamente non compresi nell’immagine classica che un’occidentale ha del Giappone e della sua cucina. La semplicità di queste preparazioni è inversamente proporzionale alla loro succulenza e questo purtroppo gli fa perdere un po’ di prestigio.

Oggi parleremo dei Donburi, una di queste particolari categorie di piatti che merita assolutamente di essere conosciuta e assaggiata. Il Donburi è un piatto basico della gastronomia giapponese. Il suo nome riflette questa semplicità visto che la parola “Donburi” spesso abbreviata in “Don”, significa letteralmente “grande tazza”.

Il principio è semplice : una tazza di riso bianco (gohan) guarnita con i più svariati ingredienti, principalmente verdura, uova, pesce, crostacei o carne.

Un piatto popolare e comune nel paese del sol levante, dove si sa il riso è sacro, quindi paradossalmente molto più “giapponese” di molte altre pietanze più blasonate e di origine straniera. Il concetto del Donburi è simile a quello della nostro piatto nazionale, la pasta, dove un cereale (o una preparazione a base di cereali nel caso della pasta), viene guarnita da ingredienti di varia natura e consumata quotidianamente. E come per la pasta, ne esistono diverse versioni, delle quali alcune sono sicuramente più conosciute e diffuse, andiamo a vedere i principali:

Unagidon (Unadon)

Una tazza di riso con sopra dell’Unagi Kabayaki, ovvero l’anguilla d’acqua dolce grigliata. Sembra essere il primo Donburi servito, viene infatti creato durante l’epoca Edo per potersi sfamare durante le lunghe ore di spettacoli teatrali in maniera veloce e discreta.

Katsudon

Specialità della zona centro-sud del Giappone (Okayama ne prepara svariate versioni) consiste in una tazza di riso sormontata da una cotoletta di maiale impanato (Tonkatsu), spesso accompagnato da omelette cremosa e cipolla.

Curioso sapere che questo piatto viene consumato a come un rituale prima di un’importante esame, il suo nome ricorda infatti la parola “vincere” in giapponese.

Oyakodon

Il nome di questo Domburi risulta un po’ cinico, visto che significa letteralmente “tazza di genitori con i figli”. L’accompagnamento del riso sono infatti pollo e uova

Tamagodon

Donburi estremamente economico preparato principalmente con riso, uovo strapazzato e cipolla.

Gyudon

Sicuramente uno dei Domburi più diffusi, tanto che ne esistono alcune catene estremamente famose ed economiche, tra tutte Yoshinoya, Matsuya, Nakau e Sukiya.

La ricetta originale consiste in una tazza di riso cosparsa di fettine di manzo saltato con cipolle e salsa dolce , guarnita poi, a seconda della versione, con vari ingredienti.

Butadon

Variante del Gyudon ma con la carne di maiale, divenuto famoso in Giappone durante il periodo della “mucca pazza”.

Kaisendon

Nome derivato da “Kaisen” ovvero “frutti di mare freschi” è il mio Donburi preferito e anche uno dei pochi ad essere servito freddo. Il Gohan in questa preparazione è ricoperto di fettine di pesce, crostacei e molluschi principalmente crudi. Piatto da degustare prevalentemente nelle zone di mare, soprattutto in Hokkaido (per molti il suo luogo d’origine), dove la freschezza del pesce e i suoi costi più contenuti lo rendono un vero Must!

Da non confondere con il “Chirashizushi” dove il riso è condito con aceto e non neutro. Inoltre da sapere che se un Kaisendon è guarnito con un solo ingrediente marino, prenderà il nome di quest’ultimo ad esempio Unidon (riccio di mare), Ikuradon (uova di salmone), Ebidon (gamberi) ecc.

Tekkadon

Variante del Kaisendon più famosa che comprende solamente fettine di tonno crudo sopra il riso.

Tendon

Ovvero la ciotola di riso con Tempura, unico tra i vari Donburi conosciuti a poter essere totalmente vegetariano. Anche di questo piatto ne esistono alcune catene famose come ad esempio Tendon Tenya.

Da sapere inoltre che la popolarità del Donburi è data anche dal fatto che essendo di facile esecuzione e volendo molto economico, è spesso preparato anche in casa dai giapponesi con gli ingredienti che più preferiscono senza seguire alcuna ricetta. Questa pratica prende il nome di “pâsonaru-don”

Spero che questo semplice articolo su uno dei piatti più vari e deliziosi del sol levante vi abbia incuriosito abbastanza da farne una scorpacciata nel vostro prossimo viaggio in Giappone, mi raccomando quindi: assaggiate, assaggiate, assaggiate!

ITADAKIMASU!!!!!

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Alberto Comelato

Alberto Comelato

Cuoco professionista, negli ultimi tempi gironzolo per l’Asia, assaggiando varie specialità. Tra le cucine asiatiche ho assolutamente un debole per quella Giapponese, dove tecnica e rispetto del prodotto si uniscono per creare ad ogni assaggio qualcosa di unico. Ormai da una decina d’anni me ne interesso e la riproduco da autodidatta, appassionandomene sempre un po’ di più.

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