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Nakasendo: da Tsumago a Nojiri

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Tempo di lettura: 5 minuti

2° Giorno: Da Tsumago a Nagiso (4 km – 60/75 minuti)

Ore 7 mi sveglio con la faccia congelata ma tutto sommato ho dormito al caldo. Nella stanza comune il fuoco è acceso e la mia colazione tradizionale è già pronta. Non è molto diversa dalla cena: riso, salmone grigliato, funghi, radici di montagna e l’immancabile zuppa di miso. Solo i tre pezzi di frutta mi ricordano che sto facendo colazione. Ma tutto questo mi da la giusta energia per la lunga camminata che dovrò affrontare oggi.

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Tsumago colazione tradizionale minshuku ryokan

Colazione in Minshuku

Mi lascio alle spalle una deserta Tsumago ed inizio un tratto asfaltato in salita che, superato gli ultimi campi coltivati, si immerge nella foresta e qui la Nakasendo torna al suo aspetto antico: un sentiero lastricato di pietre circondato da fitti alberi. Purtroppo quando incrocia la deviazione per le rovine del castello di Tsumago la via postale si unisce di nuovo a una strada asfaltata, che per quanto stretta e per niente trafficata, perde un po’ del suo fascino. 

Superato il passo inizio a scendere verso la città di Nagiso e la foresta cambia aspetto. Diventa prima di bambù, poi di cipressi e infine sparisce per lasciare spazio ai primi edifici e ai campi coltivati. A un certo punto incrocio un cumulo di terra con in cima una pietra, questa è una delle poche pietre miliari Kamikubo rimaste ed è la 78° da Tokyo. La tappa successiva è un piccolo tempio che custodisce la statua di Kabuto Kannon. Tutti i signori feudali in viaggio verso Tokyo si fermavano a rendere omaggio alla dea e anch’io non posso essere da meno. Il tempio è piccolo ma è reso suggestivo dal rosso delle foglie degli aceri che lo circondano. È il luogo ideale per riposarsi così mi fermo qualche minuto.

Nakasendo nagiso Kabuto Kannon giappone

Kabuto Kannon

Non risale al periodo Edo ma poco più avanti devio per fermarmi al SL Park dove è esposta una delle locomotive a vapore che tra gli anni 60 e 70 attraversavano la valle del Kiso. È ben conservata per cui vale la pena darci un’occhiata.

Da Nagiso a Nojiri (10 km – 3/3,5 ore)/ via Yogawa (16 km – 5 ore)

Ritornato indietro proseguo sulla Nakasendo ma purtroppo in questo tratto l’antica via postale è scomparsa sotto l’asfalto e così si è costretti quasi sempre a camminare lungo strade cittadine in cui non sono rimaste case tradizionali. Ma questo non mi dispiace perché è comunque un modo per vedere come si vive fuori dalle grandi metropoli, è un Giappone diverso, meno frenetico, di abitazioni immerse nel silenzio dove si incrociano pochissime persone e che, se non fosse per i giardini curati, sembrerebbero abbandonate. Queste zone mi danno sempre una sensazione di pace.

Il primo luogo d’interesse lo incontro dopo 2 chilometri ed è Il Tokakuji. Un antico tempio zen che si distingue per lo splendido portale in legno.

Nakasendo nagiso Tokakuji

Tokakuji

Proseguendo per la Nakasendo “stradale” si attraversa una zona di case recenti dai giardini ben curati fino a quando non si sale una breve scalinata che porta a quella che era la città postale di Midono. Se nel periodo Edo a Midono c’erano 32 locande ed era simile a Tsumago, oggi sono sopravvissuti solo pochi edifici che nel tempo sono stati modificati e modernizzati per cui hanno perso molto del loro fascino antico.

Una volta lasciata Nagiso arrivo al bivio dove devo decidere se continuare sulla Nakasendo o prendere la via montana chiamata Yogawa.

Un chilometro più avanti la vecchia Nakasendo si unisce a quella nuova, una trafficata strada che attraversa la valle del Kiso. Dovrei percorrerne un tratto lungo 3 chilometri fino a quando l’antica via postale non devia dalla strada principale e attraversa stradine più tranquille fino alla tappa finale di oggi: la stazione di Nojiri.

Anche se più lunga e faticosa al bivio decido di seguire le indicazioni per “Yogawa Road”.

Nakasendo Yogawa Road Giappone

Yogawa Road

Capitava spesso che la Nakasendo venisse bloccata da frane ed esondazioni del fiume Kiso per cui è stata creata una via alternativa per raggiungere Noriji. La strada Yogawa che va in direzione delle montagne mi permette di allontanarmi dalla città e dalla strade trafficate. La strada per circa 7 chilometri attraversa piccoli villaggi montani e campi coltivati lungo la quale incrocio poche auto così da godermi il paesaggio che mi circonda in pace e tranquillità. Approfitto per riprendere fiato fermandomi al piccolo tempio Amida-do che custodisce vari monumenti commemorativi di cui il più antico risale al 1692.

Nakasendo Yogawa Road Giappone

Amida-do

Percorro gli ultimi chilometri di strada fino all’inizio del sentiero che si immerge in una fitta foresta e sale fino a superare il passo Nenoue-Touge, questo è il tratto più faticoso e impegnativo della Yogawa. Arrivo alla fine del sentiero stremato ma non posso fermarmi a riposare, mancano 5 chilometri alla stazione di Nojiri e ho ancora poche ore prima del tramonto. A passo veloce percorro la vecchia strada di montagna, per fortuna in discesa, che arriva a Nojiri. Anche in questo caso della vecchia città postale rimangono pochi edifici che hanno poco del loro aspetto originale. Arrivato alla stazione posso finalmente riposarmi mentre aspetto il treno per Kiso-Fukushima dove ho prenotato una stanza in una ryokan abbastanza economica, ma che include cena e colazione. Questa è una scelta che consiglio sempre in zone rurali come questa perché ci sono pochi ristoranti che spesso chiudono molto presto e dopo la camminata di oggi non avrei avuto energie per uscire a cercare un posto aperto per mangiare. Immancabile per cena riso, funghi, verdure in salamoia, zuppa di miso ma al posto del “solito” pesce… tonkatsu. Buono ma un po’ poco, così abbondo con le ciotole di riso.

Nakasendo Kiso-Fukushima cena giapponese

cena a Kiso-Fukushima

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Rudy Vianello

Rudy Vianello

Sono un videomaker per lavoro e uno youtuber per passione. Ho imparato a conoscere il Giappone attraverso manga e anime ma dopo il mio primo viaggio me ne sono innamorato e così sono tornato spesso esplorando in solitaria i luoghi più conosciuti ma sopratutto i più sconosciuti. Ho creato questo sito per condividere le mie esperienze!

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