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Kobe: la guida alla città resiliente

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Kobe nell’immaginario comune è la città della carne più costosa al mondo o, per chi come me ha visto le immagini in Tv, è il luogo del devastante terremoto del 1995. Kobe grazie alla sua posizione è stata tra le prime città portuali a beneficiare dei commerci con l’occidente e ancora oggi è uno dei porti più importanti del Giappone. Ho trascorso a Kobe un giorno intero spinto dalle guide che la definiscono come “una delle città più attraenti del Giappone”. È veramente così? Assolutamente no, ma prima di cercare un’altra meta arrivate alla fine dell’articolo perché ho trovato comunque dei motivi per visitare Kobe!

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Cosa vedere a Kobe

Santuario Ikuta

Il santuario Ikuta è tra i più antichi del Giappone e secondo le cronache è stato fondato dalla leggendaria imperatrice Jingu nel 201 d.C.  Luogo di cruente battaglie, inondato, bombardato nel 1945 e in parte crollato durante il terremoto del 1995, il santuario per la sua importanza è sempre stato ricostruito grazie all’aiuto dei fedeli e degli abitanti di Kobe.  Il santuario si trova vicino alla stazione Sanomiya, si accede attraverso un primo Torii in legno, poi un secondo più grande dipinto di rosso dove ci si trova in un grande piazzale che fa anche da parcheggio da cui si accede attraverso un portale rosso all’area sacra del santuario. L’edificio principale non è molto grande e non è diverso dagli altri santuari minori che si possono visitare in Giappone ma è comunque affascinante. Il Santuario Ikuta è la dimora di Wakahirume-no-Mikoto, dea della tessitura, che come ha la capacità di intrecciare i fili per formare un tessuto e può anche intrecciare i fili dell’amore che uniscono due persone così da formare un matrimonio felice e duraturo. Per questo il santuario è frequentato da giovani donne che chiedono alla dee un amore duraturo.

Alle spalle del tempio c’è la foresta Ikuta luogo al centro delle antiche cronache giapponesi che oggi è ridotto a un boschetto attraversato da un ruscelletto artificiale. La “foresta” non mi ha colpito particolarmente, ma se come me visitate il santuario nel periodo estivo, può essere un buon luogo per fuggire dal caldo e per riposarsi all’ombra di un albero secolare.

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Nankinmachi

Nel centro di Kobe si trova una “Chinatown” chiamata Nankinmachi. Il nome si riferisce al fatto che in origine il quartiere era abitato da cinesi provenienti da Nanchino. Questi si stabilirono a Kobe dopo che il Giappone fu costretto ad aprire agli stranieri dal Commodoro Perry.  Come qualsiasi altra Chinatown anche quella di Kobe si distingue per i ristoranti tipici, i negozi di paccottiglia spacciata per souvenir e le bancarelle che vendono il tipico cibo di strada cinese. Le architetture di alcuni edifici, gli addobbi con le tipiche lanterne e un’atmosfera molto più vivace e colorata rende Nankinmachi una delle zone di Kobe più turistiche e animate. Il motivo principale per visitare Nankinmachi, secondo me, è la possibilità di provare del buon cibo di strada cinese. Non andatevene senza aver assaggiato un panino al vapore ripieno.

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Tetsujin 28-go

Il simbolo della resilienza di Kobe è sicuramente la statua in metallo di 18 metri e dal peso di 50 tonnellate di Tetsujin 28-go. Conosciuto in Italia come Super Robot 28, grazie alla trasposizione animata degli anni ’80, è il robot protagonista dell’omonimo manga di Mitsuteru Yokoyama che ne disegnò le gesta tra 1956 e il 1966. Mitsuteru Yokoyama è nato a Kobe e la statua voleva essere allo stesso tempo un omaggio all’autore ma anche un modo per rivitalizzare il centro di Kobe e attrarre turisti in una città che si stava rialzando dopo la devastazione del terremoto del 1995. Tutto inizia nel 2007 con la progettazione della statua per poi proseguire con una raccolta fondi per realizzarla. I primi a donare sono stati gli stessi abitanti del distretto di Nagata, il più colpito dal terremoto, riuscendo a raccogliere ben 45 milioni di yen, a cui si aggiunsero 90 milioni di yen donati dalle aziende locali. Raggiungere il traguardo finale prefissato non è stato facile ma grazie alla determinazione e all’aiuto dei cittadini di Kobe il 4 ottobre 2009 la statua di Tetsujin 28-go è stata inaugurata.

Per raggiungere la statua di Tetsujin 28-go si percorre la “Tetsujin Street” dove accompagnati dalla sigla dell’anime che viene diffusa dalle casse poste lungo tutta la strada si arriva al parco Wakamatsu dove vi troverete di fronte all’imponente robot di ferro. Questo luogo non è tra i consigliati di Kobe ma per me rimane il più importante sia per il suo significato di rinascita sia per il suo profondo legame con la cittadinanza di Kobe. Una volta di fronte a Tetsujin 28-go alzate anche voi il pugno al cielo e urlate: “Tetsujin Nijuuhachi-Go!”

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Cascate Nunobiki

Le cascate Nunobiki sono facilmente raggiungibili dal centro di Kobe. Una volta raggiunta la stazione di Shin-Kobe, uscite e attraversate il parcheggio sotto la stazione e vi troverete in pochi minuti immersi nella foresta. Per raggiungere le cascate si deve superare una breve scalinata e poi proseguire su un sentiero circondati da fitti alberi. Lungo il percorso si incrociano quattro cascate: Mentaki, Tsutsumigadaki, Meotodaki e Ontaki. Ontaki è alta 43 metri ed è considerata una delle più grandi “cascate divine” del Giappone e ha ispirato poeti e letterati. Le cascate saranno anche divine e spettacolari per gli standard giapponesi ma non aspettatevi nulla di diverso dalle normali cascate che si possono vedere anche nelle Alpi. Quello che le rende particolari è la vicinanza con la città di Kobe è l’essere immerse in una fitta foresta. Per raggiungere Ontaki ci si impiega circa 20 minuti, e con altrettanti proseguendo sul sentiero si raggiunge l’ingresso del Nurobiki Herb Garden, il giardino botanico di erbe aromatiche più grande del Giappone. Purtroppo l’accesso è riservato solo a chi ha preso la funivia vicino alla stazione Shin-Kobe. Camminando altri 30 minuti si arriva al punto di osservazione da cui ammirare Kobe dall’alto.

Per chi non vuole fare troppa fatica può prendere la funivia che arriva al punto d’osservazione. Scendere attraversando il giardino botanico, dove si trovano anche ristoranti e cafè e varie attrazioni, e poi proseguire a piedi verso le cascate e la stazione Shin-Kobe. Oppure prendere la funivia dalla stazione di “mezzo” e saltare le cascate Nunobiki, ma non ve lo consiglio vi perdereste la parte più affascinante del percorso.

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Parco Meriken

Il Parco Meriken si trova sul lungomare di Kobe, da molti è considerato una delle cose da vedere di Kobe ma sinceramente l’ho trovato deludente. Nulla a che vedere con quello futuristico di Yokohama. Quello che ne è considerato il simbolo è la Kobe Port Tower, una torre in acciaio dipinta di rosso alta 108 metri. La torre è chiusa in ristrutturazione fino all’estate del 2023 e il fatto che sia stata costruita nel 1963 si vede… Vicino alla torre si trova un edificio che in una parte ospita il Museo Marittimo di Kobe che mostra la storia del porto di Kobe ed espone modelli in scala di varie tipologie di navi. Sicuramente più interessante l’altra parte occupata dal Kawasaki Good Times World, il museo della famosa industria conosciuta nel mondo per le moto da corsa. Visitando il museo capirete che nella realtà Kawasaki produce anche treni, aerei, navi e tecnologia all’avanguardia. La particolarità del museo è l’essere molto interattivo per cui adatto anche ai bambini.  

Il motivo principale per visitare il Parco Meriken è il memoriale del terremoto dove si può ancora vedere una parte della banchina distrutta lasciata così a memoria delle vittime di quel tragico 17 gennaio 1995. 

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…e la carne di Kobe?

Sono molti i ristoranti che offrono la succulenta e costosa carne di manzo giapponese, ma prima di sceglierne uno e aprire il portafoglio consiglio di leggere la guida di Chef Alberto per capire meglio cosa vi accingete a mangiare e come sceglierla. 

Il mio consiglio è di aggiungere Kobe come escursione da Osaka o Kyoto includendo anche il pranzo che è il momento ideale per provare la carne di Kobe perché i ristoranti offrono dei set con più piatti a un prezzo più economico. 

Arrivati alla fine posso dire di non essere stato deluso da Kobe, alcuni luoghi come Tetsujin 28-go e il Memoriale del Terremoto vanno assolutamente visitati perché sono le dimostrazioni di come i giapponesi affrontano e ricordano le tragedie che purtroppo colpiscono la loro nazione!

Mappa di Kobe

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Rudy Vianello

Rudy Vianello

Sono un videomaker per lavoro e uno youtuber per passione. Ho imparato a conoscere il Giappone attraverso manga e anime ma dopo il mio primo viaggio me ne sono innamorato e così sono tornato spesso esplorando in solitaria i luoghi più conosciuti ma sopratutto i più sconosciuti. Ho creato questo sito per condividere le mie esperienze!

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