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La maggior parte dei luoghi d’interesse di Nara si trovano nel Parco di Nara, ma nulla attrae l’interesse dei turisti come i cervi che si muovono liberi al suo interno, e non si parla di qualche cervo ma di 1500. Analizzando i geni dei cervi si è scoperto che sono qui probabilmente dal 768, anno della fondazione del Santuario Kasuga dove risiede la divinità Takemikazuchi che appare spesso in sella a un cervo bianco. I cervi erano così sacri che chi osava ucciderli veniva condannato a morte e così hanno potuto proliferare in maniera indisturbata!
Oggi i cervi non sono più sacri e anche se considerati patrimonio naturale, che può essere anche tradotto come “patrimonio turistico”, da qualche tempo ne vengono abbattuti un centinaio all’anno proprio per limitarne la proliferazione.
Voglio precisare che i cervi non sono addomesticati e non sono lì per farsi le foto con voi, sono animali selvatici che ogni anno fanno finire all’ospedale un centinaio di turisti. Per cui comprate pure i cracker, fatevi circondare da un’orda affamata di simpatici “Bambi”, godetevi il momento e scattate le foto, ma se vedete che diventano insistenti non pensate che stiano giocando anzi, potrebbero diventare aggressivi e non a caso spesso li si vede mordere vestiti e zaini dei turisti.

Il Parco di Nara ha forse un lato “oscuro”: la malnutrizione. I cervi sono troppi per la superfice del parco così l’erba non è sufficiente a saziare tutti ed inoltre i cracker venduti ai turisti sono fatti con farina di frumento e crusca di riso due alimenti non adatti a nutrirli in modo corretto. Tutto questo secondo alcuni ricercatori rende i cervi di Nara piccoli, magri e sotto peso. Non è d’accordo l’ente che gestisce il parco che si oppone a questa tesi. Però non c’è dubbio che durante la pandemia con la chiusura del Giappone al turismo molti cervi non avendo molto da mangiare si aggiravano magrissimi per la città.
Voglio concludere con la risposta alla domanda iniziale “Ma è vero che in Giappone i cervi ti salutano con un inchino?” No non è vero. Veramente pensate che un cervo selvatico si inchini per rispetto? O è più logico pensare a un gesto di sfida nei confronti di un altro animale che potrebbe avere del cibo? A voi la risposta.
Un’ultima cosa. Quello che ho scritto non vuol ridimensionare le vostre aspettative, visitare il parco di Nara è un’esperienza unica e ogni volta che lo visito mi faccio un selfie con un cervo e mi diverto con loro, ma trovo giusto che siate consapevoli di ogni aspetto e che non siate tra gli incauti turisti tornati a casa con un bel morso di cervo oltre a un po’ della loro cacca sotto le scarpe…
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